PAOLA CALZOLARI
Catalogo della “Ottava Biennale Nazionale di pittura 1986” – San Severo (Foggia) a cura di Benito Mundi.
Davanti a me, un’opera dell’artista ferrarese Vittorio Guarnieri, dal titolo “Metamorfosi Figurative”. Gli occhi la percorrono, e con facilità ritrovano paesaggi naturali ed orizzonti immaginari. Due parti distinte. Ciò che a destra emerge, a sinistra si bilancia in una rientranza, e così è per ogni spessore ed ogni luce, che ritrova nell’altro il suo contrario s complemento. Vi si indovina un taglio, prima diritto poi frastagliato, che ha inciso lo spessore della materia, per penetrarla e sdoppiarla. E’ bello, anche se incute sempre un po’ di timore, il momento in cui la massa originaria amorfa e grigia, assolutamente neutra, svela la sua interiore ricchezza.
Dalla materia affiora un mondo che aspettava di nascere: una nuova dinamica di forme, colori e luci che mai si sarebbero manifestate in una vecchia concezione del fare arte. Le due metà, vuoto e pieno, positivo e negativo, non si annullano, ma si raccontano e si giustificano l’una con l’altra. La magia del più e del meno è qui ancora presente, ma diversa, perchè la loro somma ci restituisce la materia originale; e se il mondo interno è sparito, ci rimane una linea sottilissima a suggerirci cosa è cambiato: ci rimane un indizio.
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“Terzo Occhio” – anno XII – n° 3 – settembre 1986
Recensione della mostra collettiva “Materia in movimento” tenutasi alla Galleria Artivisive di Roma nel 1986 a cura di Sylvia Franchi.
Interessantissimo il titolo meditato da Sylvia Franchi sotto il quale vengono raggruppate esperienze tecniche di sedici artisti: Berdini, Bucciarelli, Capone, Cardinali, Carotti, Galbiati, Guarnieri, Liberatore, Mongelli, Orti, Prunas, Renda, Rogolino, Rosenholz, Servillo, Sesia.
Le soluzioni presentate si segnalano proprio per l’uso di materiali tra loro diversissimi, anche se non sempre la materia, prima e dopo essere stata artisticamente trattata, può riscattare qui la propria condizione di apparente morfia e staticità.
In chiave con i presupposti della Rassegna si impongono le “Matamorfosi Figurative”, opera in gommapiuma dell’artista ferrarese Vittorio Guarnieri, nella quale gli occhi di chiunque potrebbero ritrovare con facilità paesaggi naturali ed orizzonti immaginari.
Tali metamorfosi consistono di due parti distinte, e ciò che a destra emerge a sinistra si bilancia in una rientranza, e così è per ogni spessore ed ogni luce, che ritrova nell’altro il suo contrario e complemento.
Intuendo il procedimento si scorge il taglio, prima diritto poi frastagliato, che ha inciso lo spessore della materia, e si capisce come essa venga penetrata e sdoppiata. E’ bello anche se incute sempre un po’ di timore il momento in cui la massa originaria amorfa e grigia, assolutamente neutra, svela la sua imprevedibile ricchezza interiore. Dalla materia affiora un mondo che aspettava di nascere: una nuova dinamica di forme, colori e luci che non si sarebbero mai manifestate in una vecchia concezione del fare arte.