Catalogo della Galleria International Arts di Roma per Inco Art ’75 – Roma
Catalogo della Galleria International Arts di Roma per Arte Fiera ’75 – Bologna

Si vuol operare nei miei quattro studi cromatici presentati alla Inco Art ’75 una penetrazione del colore, inteso in senso extraesperienziale: colori non legati alle figure, ma consci – da soli –di tessere un legame fra luce-essenza cromatica.
Lasciate da parte le corposità fenomeniche, resta la relazione triadica della luminosità coloristica di fondo. Restano, in altri termini, quei prodotti che per un processo di autosintesi (come già si era fatto – nel febbraio del ’73 -, alla Galleria Trianon di Bologna*, sebbene in una prospettiva eminentemente simmetrica di ritmi), collocandosi il bianco ed il nero in connessioni di mescolanze e di fusione, danno alla fine, un rettangolo di tre quadrati che cromaticamente si differenziano. Si ha così un tipo di autodeformazione della serialità del colore. Si realizza un processo che tenendo fermo il principio dell’autosintesi o sintesi produttiva vuole conseguire un risultato che si dichiara apertamente rivoluzionario: quello della liberazione della quantità (anche coloristicamente intesa) dalla qualità fenomenica, materiata. Si rinuncia alla connessione fra luce-essenza-colore, da una parte, e figura dall’altra, e ciò perché l’autonomia dell’essenzialità coloristica basta da sola a spiegare se stessa ed i propri ritmi interni.
L’autodeformazione della serialità – in spazio-luce-essenza-colore – è la prova incontrovertibile, mi sembra, che non esistono sostanze privilegiate, perché anche gli attributi (la luce ed il colore sono considerati tali da molti), caduto il dogmatismo della dipendenza e dell ‘autorità gerarchica delle forme hanno valore sostanziale. Si può asserire infatti che l’ostilità “verso l’identificazione autodifferenziante dell’uguale nasce dal convincimento che il rapporto di un modello, di un sistema o di un ente singolo, con modelli, sistemi oppure enti singoli (perciò anche i colori) diversi”, solo quando non si preveda il loro recupero nell’identità stessa.
Libertà del colore, dunque; su azione rivoluzionaria, per una pittura che nella luce-essenza cromatica ristabilisca l’autonomia dei modelli o archetipi coloristici, non più considerati come semplici attributi ma elevati a valore essenziale.

Vittorio Guarnieri

* Nell’autopresentazione in catalogo annotavo che “Oggi il colore, in seguito all’applicazione della logica spisaniana hai rapporti di cromatismo convergenti, si appalesa come risultato di un nesso di quantità; diviene un fatto estensivo topologico, che pur sulla modestia di linee” generantesi dall’impatto degli andamenti cromatici medesimi, “ripristina i caratteri automisurativi che lo contraddistinguono per valori di posizioni, in uno spazio euritmico” quello che chiamai Fase musicale cromo-endometrica.