UVZ – Rivista bimestrale d’arte e cultura – anno III – n° 4 – 1974
Brani tratti dall’articolo ‘Arte e Endometria’
Un esame preventivo delle teorie endometriche implica una revisione, sotto taluni aspetti, delle idee di fondo concernenti le poetiche dell’astratto in arte. Al fine di ripercorrere tale passato sino ad incontrare la realtà endometrica, di figure che si misurano mentre si costruiscono (Cfr. F.Spisani, Significato e struttura del tempo, Bologna, 1972, passim), è opportuno tentare l’estrinsecazione metaesperienziale emergente, nonostante certe affermazioni in contrario nel mondo della vita e dell’arte.
Lo svolgersi delle ricerche dell’astrattismo, in chiave di ripensamento per uno spazio extraempirico e spesso avvolte da ricorrenti simbolismi solo intuitivamente intesi, non è arrivato ad una rigorosa teorizzazione della misura dei rapporti figurativi. In questi ultimi tempi, si sono moltiplicate le ricerche di qualche critico, che, identificano l’arte in poetiche empirio-funzionali, ha inteso togliere la giusta rilevanza alla formulazione del principio della costruzione di figure endometriche che, facendosi, si danno rigorosamente una misura (Cfr. F.Spisani, Neutralizzazione dello spazio per sintesi produttiva, II ed. Milano, 1968, passim)…
Già nel febbraio 1973 in Nuovi Ritmi Posizionali del Colore (l’autopresentazione alle 18 Fasi Musicali Cromo-endometriche). Chi scrive s’impegnava ad analizzare cromaticamente la matematica endometrica. Prevedere una pittura monocromatica tendente verso il bianco –verso il nero, verso il grigio -, come effetto dell’epicentricità di un convergere policromatico in quadrilateri di colore, quantitativamente predisposti. Collegandomi alla logica produttiva sui nuovi calcoli per valori di posizione, e col ribaltamento dei quadrilateri di colore di Ostwald, si venivano a creare degli antagonismi spaziali che ripristinavano la nuova topologia e l’estensività automisurativa del colore.
L’endometria è una scienza giovane rintracciabile in volumi pubblicati dal 1962 ad oggi e che,… nel suo momento essomorfico, traducendosi in immagine,… può essere di stimolo al pittore per giungere ad una forma segnica che, dopo l’estensione monocromatica del “segno” a tutto campo, concepisca …. una pittura riflettentesi in una diaspora di monocromatismi tendenti alla policromia….
Vittorio Guarnieri